Spesometro semestrale solo su opzione del contribuente. Altrimenti dal 2018 la cadenza di invio tornerà trimestrale, come inizialmente previsto dal Dl fiscale dello scorso anno. È quello che emerge dal maxiemendamento al decreto collegato alla manovra su cui il Governo ha incassato ieri la fiducia al Senato. Quindi – a meno di interventi nell’esame del testo in seconda lettura a Montecitorio o nel Ddl di Bilancio – non si tornerà al vecchio spesometro a cadenza annuale come pure era stato auspicato dalla commissione Finanze della Camera nella risoluzione approvata il 18 ottobre dopo il caos che si era verificato nelle scorse settimane con il blocco dei canali di trasmissione per ragioni di tutela della privacy.

 

Il meccanismo messo a punto dal maxiemendamento, che ricalca quello votato in commissione Bilancio a Palazzo Madama e proposto dal relatore al Dl, Silvio Lai (Pd), prevede la «facoltà dei contribuenti» di trasmettere i dati «con cadenza semestrale» limitando il tipo di informazioni da inviare a: partita Iva della controparte nell’operazione o al codice fiscale per chi non svolge attività d’impresa o professionale; data e numero della fattura; base imponibile Iva, aliquota, imposta e tipologia dell’operazione qualora l’imposta non sia indicata in fattura. Di fatto anche per i dati delle fatture emesse e ricevute nel 2018 si potranno effettuare solo due invii alle Entrate, così come era stato previsto per i dati relativi al 2017.
Tradite al momento le richieste di imprese e professionisti sulla cadenza annuale degli invii.

 

Fonte: Quotidiano del Fisco