Lo sconto in fattura per lavori riferiti alla riqualificazione energetica e alla riduzione del rischio sismico potrebbe tradursi, per le piccole e medie imprese, in costi insostenibili. La gestione dello sconto, infatti, prevede modalità e tempistiche difficilmente convenienti per tali soggetti, con il rischio di mancato recupero del credito.

L’importo dello sconto, e quindi della detrazione spettante al cliente, è calcolato tenendo conto delle spese sostenute nel periodo di posta, portando al recupero del credito solamente dopo il 31 dicembre, ovvero quando il cliente avrà presentato domanda all’Agenzia dell’Entrate (da effettuarsi entro il 28 febbraio dell’anno successo ai lavori) e solo quando il fornitore avrà confermato l’esercizio dell’opzione.

Il credito generato dallo sconto potrà essere utilizzato dal giorno 10 del mese successivo all’invio della comunicazione in 5 quote annuali di pari importo. In caso di interventi relativi alla realizzazione di opere finalizzate al conseguimento di risparmi energetici, il credito sarà compensabile in 10 quote annuali.

È un provvedimento che non tiene conto delle nostre imprese e delle loro dimensioni, e tale meccanismo previsto dal decreto crescita rischia di produrre gravi effetti che penalizzano soprattutto piccoli installatori e distributori.

Per questo auspichiamo un’azione congiunta delle principali organizzazioni di settore, volta ad ottenere l’abolizione dell’art. 10, al fine di salvaguardare le piccole imprese.